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La Zuppiera e la sua eleganza senza tempo - Segni Particolari

La Zuppiera e la sua eleganza senza tempo

di Simona Pruiti Ciarello

Oggi parleremo di un oggetto che tutti abbiamo a casa, in quanto rappresenta il “pezzo forte” del servizio buono. Sicuramente ai giorni nostri, abituati alla modernità e alla praticità, lo abbiamo dimenticato su  uno scaffale della credenza ad impolverarsi quasi fosse il suo unico destino. I giovani soprattutto penseranno che è un oggetto troppo classico e inutile, magari lo conservano per ricordo, ma guai a usarlo e magari involontariamente romperlo.
Ma di cosa sto parlando? Ovviamente della bellissima Zuppiera! 

 

Eccone una definizione:

Sappiamo tutti cos’è, nelle mie ricerche ho trovato una definizione che mi è piaciuta tantissimo e voglio assolutamente condividerla con voi, è tratta dal libro di Giorgio Ballantini intitolato “L’amico della ceramica” (edizione Vallecchi Firenze 1974).

L’autore la definisce così: “Grande recipiente da minestra in ceramica, in genere di forma panciuta, basso con due manici laterali e munito di coperchio. In genere il coperchio termina con decorazione a rilievo nella presa. Alcune zuppiere hanno piedini di sostegno, altre sono costruite a trompe-l’oeil, a forma di animali, di verdure ecc… Altre ancora hanno forma plastica a rocaille.Spesso anche i manici raffigurano foglie, frutta o teste di animali”.

La zuppiera ha la sua età dell’oro nell’epoca di Luigi XIV, quando la tavola da pranzo presentava  le portate in modo sfarzoso e con un importante cerimoniale, in questo contesto addirittura sanciva l’inizio della cerimonia di apertura. Erano così belle ed eleganti che potenziavano la condivisione del cibo, servire una pietanza in una stoviglia preziosa di buona manifattura non aveva paragoni. La zuppiera era senza dubbio simbolo della Cucina e delle feste familiari.

Realizzate a mano dai maestri peltrai, evocavano sia formalità che solidità. Vere opere fatte a regola d’arte dai migliori artigiani. Era un onore mostrare ai commensali un oggetto di questo tipo.

Quindi cari giovani mi rivolgo soprattutto a voi, al giorno d’oggi le Zuppiere sono realizzate anche in altri materiali: quali terracotta e ceramica, quindi non per forza dovrete andare a rispolverare quella del servizio buono, anche se, vi assicuro sarebbe un motivo di vanto per voi agli occhi dei vostri ospiti.

Come utilizzare la Zuppiera?

Essa è utile per contenere brodi saporiti, minestre calde, zuppe di vario tipo, da versare con delicatezza nelle scodelle con un mestolo ricurvo.

Ma attenzione attenzione: sono un rifugio perfetto, anche se temporaneo, per fettuccine o pappardelle fatte a mano. Vi svelo però un piccolo trucco, se avete deciso di preparare una zuppa o una vellutata di zucca, potreste decidere di servirla nella carcassa della zucca (che avete precedentemente svuotato) i vostri ospiti apprezzeranno e i loro complimenti non mancheranno.

Oggi  ho deciso di proporvi un impiattamento nella “Zuppiera classica”, appartenuta alla mia nonna e ora alla mia mamma, che io, pur essendo di semplice manifattura, amo tantissimo. Vi assicuro che su una tavola porta il suo colpo d’occhio.

  

Ho cucinato una semplice zuppa  “fantasia di legumi” (che consiglio a tutti in quanto raggruppa tutti i legumi in un’unica soluzione, facendo risparmiare tempo e denaro).

Servita calda con l’aggiunta di crostini di pane è fonte di ferro e vitamine ed è una vera delizia e per tutti i palati, anche quelli più esigenti.

Questa volta l’ho cucinata in modo semplice, con la sola aggiunta di sale e olio. Si possono però utilizzare anche carote, pomodori o patate, a piacimento e in base al tempo a disposizione.

Spero che le infomazioni contenute nel mio articolo vi abbiano incuriosito, ma soprattutto vi abbiano fatto venire la voglia di andare a riprendere la nostra cara Zuppiera, darle una bella spolverata e godere della sua eleganza indiscussa.

L'autore di questo articolo è Simona, se vuoi continuare a seguirla ecco i suoi riferimenti social:

♡ Simona Pruiti su Facebook

♡ pruiti83 su Instagram

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Commenti

Walter - febbraio 15, 2022

Verissimo. Ed è a volte molto elegante

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