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di Simona Pruiti Ciarello
“C’era una volta una teiera orgogliosa, orgogliosa della sua porcellana, del suo lungo beccuccio, del suo largo manico...”
Avete riconosciuto questo incipit? Sicuramente alcuni di voi lo avranno fatto, altri invece no. Ma state tranquilli, vi dico io di cosa si tratta e del perchè l’ho utilizzato per iniziare questo mio nuovo articolo.
E’ l’inizio della fiaba di Hans Christian Andersen, che racconta, a tratti in modo divertente e a tratti in modo drammatico, dell’avventura di una prestigiosa teiera di porcellana.
Oggi parleremo quindi di sua maestà la Teiera, delle sue origini, del suo utilizzo e della sua evoluzione nel tempo. C’è veramente tanto da scrivere su questo argomento, ma io cercherò di riassumervi i tratti fondamentali, ovviamente sempre con lo scopo di farvi rivalutare un oggetto che abbiamo in casa e che, se non siamo amanti di tè, tisane ed infusi magari non utilizziamo da tanto tempo.
L’antenata della nostra teiera, fu semplicemente una brocca, che dapprima veniva utilizzata per servire vino, fino al momento in cui divenne necessario, vista l’affermazione della nuova moda di far macerare le foglie di tè in acqua bollente, di avere contenitori coperti che permettevano di mantenere costante la temperatura dell’acqua durante l’infusione. Dove ci troviamo? In Cina, in epoca Ming intorno al 1368. Proprio da qui si diffuse la tradizione della teiera (che ovviamente nel corso degli anni subì delle trasformazioni).
Ma quindi quando arriva in Europa? Dobbiamo aspettare il Seicento, con il diffondersi anche qui della bevanda ottenuta per infusione dalle foglie della pianta del tè. I primi esemplari si trovano nelle grandi città sulla costa, come Londra ed Amsterdam, perchè proprio qui approdavano le navi provenienti dall’ India cariche di merci. I mercanti inglesi e olandesi diffusero l’importanza di questo oggetto, ovviamente all’inizio riprodotto con materiali molto scadenti, come stagno e ottone.
Negli anni a venire, la teiera subì molte variazioni (ma solo a livello di materiali e design), per il resto, cioè funzione e forma è rimasta sempre la stessa. Tondeggiante e con un beccuccio per versare il tè rialzato e funzionale. La parte superiore dello strumento dispone di un anello in cui versare l’acqua, a sua volta richiudibile con un pratico coperchio dotato di un piccolo sfiatatoio.
Al giorno d’oggi le teiere seguono molto le mode e il design rimanendo anch’esse al passo con i tempi. Una grande comodità, per i fedeli utilizzatori della teiera, è stata l’aggiunta dell’infusore: estraibile, perforato e dotato di retina sottile, perfetto per infondere il tè nell’acqua calda, ma allo stesso tempo molto funzionale per trattenerlo all’ interno della teiera e non disperderlo versando il tè nelle tazze.
Chi è amante di tè, infusi e tisane non può assolutamente farne a meno. Io ad esempio ne sono molto affascinata e la utilizzo quotidianamente, sia in estate con le tisane a freddo, sia ovviamente in inverno per bevande calde che diventano delle vere e proprie coccole nei freddi pomeriggi casalinghi.
A tal proposito vi racconto anche una curiosità. Sapete chi è stato il primo uomo a lasciare in infusione il tè e a berne la dorata bevanda? Fu Shennong, che significa “Divino Agricoltore”, un leggendario imperatore della Cina, inventore anche della medicina cinese.
Starei a parlare della mia bella teiera per ore ed ore ma siamo ormai giunti alla fine del mio articolo, spero vi sia piaciuto e di essere riuscita nell’intento di farvi rivalutare un oggetto che resta sicuramente simbolo di fascino, grande design e funzionalità.
L'autore di questo articolo è Simona, se vuoi continuare a seguirla ecco i suoi riferimenti social:
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